Mattia Poggi: lo chef "Detto Fatto"
Vita, ricette e aspirazioni del bello tra i fornelli
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Bello, anzi bellissimo… non solo! Bravo, anzi bravissimo ai fornelli. Tanto da aver conquistato il pubblico delle figlie, delle mamme e delle nonne. Con il suo sorriso contagioso, la sua allegria, le sue ricette facili e alla portata di tutti, Mattia Poggi si è fatto velocemente strada nel mondo della tv ai fornelli.
Ma come nasce la tua passione per la cucina?
“Nessun maestro in famiglia, dal quale osservare, sperimentare. La mia passione per la cucina è nata quasi per caso. Perché nessuno in casa ha mai avuto locali, ristoranti o particolare predisposizione per i fornelli. Potrei dire che forse è stata la tv a farmi scoprire questa vocazione. Iniziai, infatti, a condurre dei programmi nelle prime tv che si occupavano di cucina. Muovevo i primi passi davanti alla telecamera, in show culinari e decisi così di studiare le basi della cucina alla famosa scuola di Gualtiero Marchesi Alma.
Lì ho capito che cosa avrei fatto da grande: i fornelli mi affascinarono subito”.
Qual è un evento importante della tua vita legato a una ricetta?
“Trovarne uno in particolare non è facile, perché il mio lavoro mi ha regalato, anno dopo anno, enormi emozioni, soddisfazioni. Ed io sono una persona che vive di entusiasmi, che vive le cose che ama con trasporto e passione. Però potrei raccontare un giorno speciale, che conservo nell’album dei ricordi della mia vita. Ero poco più che ventenne e partecipai ad una edizione del Salone del Gusto. Quel giorno preparai un piatto, un primo. Cucinai per il grande maestro Ferran Adrià, che allora era decisamente il cuoco più famoso del mondo, una delle 30 persone più influenti della terra secondo Forbes. Immaginate che emozione per me. Quasi quasi mi tremavano le gambe. Ecco, ricordo come oggi le sue parole, i suoi complimenti. La mia pasta al pomodoro affumicato e Bagoss di Bagolino (formaggio semigrasso a pasta extra dura con l’aggiunta di zafferano n.d.r) piacque molto. Il giorno seguente, invece, aiutai due giovani cuochi danesi a preparare una ricetta. Dieci anni dopo il ristorante di quei due ragazzi sarebbe diventato il primo ristorante del mondo per svariati anni, il Noma, di Copenhagen”.
Mattia, ti sei sposato giovanissimo con Laura, unione dalla quale è nata Fiamma, che oggi ha sette anni. Si diverte a sperimentare in cucina con il suo papà?
“Con Fiamma ho un rapporto bellissimo, adoro trascorrere il tempo con lei. Ma devo ammettere che non sembra attratta dal mio lavoro. Più che altro ama impastare, lo vive come un gioco. La stuzzicano di più altre mie passioni come lo sport o i motori”.
Oltre alla cucina e alla tv, quali sono le passioni di Mattia Poggi? Come ami trascorrere il tempo libero?
“Amo dipingere, con i pennelli oltre che con gli alimenti, tiro fuori tutta la mia vena creativa. È un modo anche di rilassarmi, vedendo nascere le mie opere. E poi da buon genovese sono un amante del mare. Faccio surf, cavalco le onde, respiro quell’infinito senso di libertà, circondato dal rumore del mare”.
Raccontaci dei tuoi locali: dove possiamo provare le tue ricette?
“Ho due localini, The White Goose, nella zona della Cinque Terre, che sono molto curati e di design, a Levanto e Vernazza. In uno preparo hamburger molto elaborati, gourmet, non solo buoni da gustare, ma anche da vedere! Nell’altro, avendo prevalentemente una clientela straniera, servo solo eccellenze italiane”. Che cosa ti manca? Il sogno nel cassetto di Mattia? “Un sogno c’è da molto tempo, quello di produrre un mio Gin del tutto particolare, con i profumi delle Cinque Terre. Per offrire ai miei ospiti drink davvero unici. Infatti, altra cosa da realizzare è la prima ed unica piantagione di agave blu, per produrre la prima tequila italiana”. E allora che escano fuori dal cassetto! di Angelica Amodei
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